Sardegna slow travelAlla scoperta della Sardegna on the road a bordo di un'ape calesse

Sempre più spesso sento l’esigenza di far trascorrere del tempo tra il quando ho vissuto un’esperienza e il quando metterla per iscritto: prendermi del tempo per metabolizzare, raccontare agli amici di sempre e solo dopo mettermi a scrivere. Sarà che qui si invecchia e la frenesia di chi non sta nella pelle ha ceduto il passo alla razionalizzazione di chi vuole ordinare in maniera consapevole i ricordi e le emozioni.
Sarà che, come si può leggere dal titolo, questo è stato un viaggio lento e così sono io nel fare il resoconto: lenta, per l’appunto.

SARDEGNA SLOW TRAVEL: VIAGGIO ON THE ROAD A BORDO DI UN’APE CALESSE

E’ metà Maggio quando mi trovo ad arrangiare uno zaino con il necessaire per sei giorni da passare itineranti in una delle terre più belle della nostra Italia: ok che less is more ma la mia vita chiusa in uno zainone proprio non me la immaginavo, io che sono decisamente tipo da trolley con quattro rotelle e zero fatica nel spostarlo di qui e di là.
Lascio una Genova infuocata dal tramonto e ben presto mi lascio cullare dalle braccia di Morfeo in attesa dell’arrivo previsto per la mattina seguente: c’è bisogno di fare il pieno di energie. Quello che sto per raccontarvi è la mia esperienza in Sardegna slow travel a bordo di un ape calessino che fa circa i 40 km/h: da Alghero a Orosei per poi risalire fino a Olbia sempre a bordo di questo singolare mezzo di trasporto.

Viaggiare in ape calesse Tati loves pearls

Siamo abituati a spostarci velocemente da una parte all’altra della città, da una parte all’altra del mondo dimenticandoci un aspetto molto importante: il viaggio è il tragitto, non il punto d’arrivo. Un viaggio inizia con il primo passo fatto fuori dalla porta di casa, fuori dalla propria comfort zone e finisce nel momento in cui torniamo al punto di partenza: perchè non godersi ogni singolo attimo, compreso il tempo che impieghiamo per arrivare a destinazione?
La frenesia che caratterizza la quotidianità è riuscita ad intaccare anche i momenti nei quali dovremmo staccare la spina, è inutile negarlo: sempre connessi, sempre di fretta, sempre ad architettare cosa fare dopo mentre ancora c’è cosa fare adesso.

Lo slow travel vuole dare importanza a ogni singolo minuto di un viaggio combinando la formula on the road a un mezzo di trasporto che ben si adatti a questa esigenza di assaporare ogni momento: ecco che così inizia il mio viaggio per la Sardegna a bordo dell’ape calesse.
L’ape calesse non ha finestrini e la sua lentezza velocità permette di osservare, catturare col cuore prima che con lo smartphone.

Stintino La pelosa Sardegna Slow TravelViaggiare in ape calesse, Stintino Sardegna

Da Alghero a Costa Paradiso, passando per Stintino: non sembrava molta strada dal navigatore ma ammetto che abbiamo passato questo primo giorno praticamente tutto a bordo. Primo consiglio quando si intraprende uno slow travel: zero fretta. Perciò se il sole tramonta e tu ancora non hai raggiunto l’albergo, non disperare bensì goditi il paesaggio baciato dalla golden hour. Relax-take-it-easy come filosofia di vita dei miei giorni in Sardegna.

Vorrei raccontarvi di come abbiamo fatto due volte il giro di tutta Alghero alla ricerca del distributore di benzina e di come una scolaresca all’uscita di scuola ci abbia fatto l’applauso come fossimo star di Hollywood o ancora di come una famiglia abbia voluto una foto ricordo davanti al bolide a tre ruote; mi limito a raccontare di Stintino e di come mi abbia rubato il cuore così, senza se e senza ma. Qui mi sono stupita di come sia difficile individuare la linea netta dell’orizzonte: qui, dove il mare ha sfumature che dal blu passano al verdeacqua e il cielo non ha neanche una nuvola bensì si confonde con il manto dell’acqua, obbligandomi a rimanere con gli occhi fissi sulla bellezza della natura. Una cosa che ho amato di questa mia Sardegna a fine Maggio è la gente: poca, pochissima. Non fraintendetemi: non sono un’amante della solitudine e amo andare dove c’è trambusto ma questa penuria di turisti mi ha permesso di godere fino in fondo delle bellezze di questa terra. Spiagge deserte o quasi, strade libere, zero problema di parcheggio: fattori che hanno contribuito a rendere questo slow travel ancora più slow.
Tappa ristoro a Costa Paradiso, che verrà ricordata per il miglior tramonto di sempre: noi e il mare e il sole che muore all’orizzonte. What else?

Tramonto Costa Paradiso Tati loves pearls

Il secondo giorno, da Costa Paradiso a Porto Rotondo fermandoci a Santa Teresa Gallura: lungo la strada una spiaggia deserta e quel desiderio di correre alzando sabbia a ogni passo e ridere e saltare dentro l’acqua e uscire e riprendere a correre no stop. Zero pensieri, zero preoccupazioni: io e te e la bellezza tutt’intorno. Viaggiare slow travel ti fa essere slow in ogni momento e le giornate sembrano più lunghe, più ricche di momenti da ricordare, più belle. Sono solo al secondo giorno di viaggio ma mi sento di dire che non vedo l’ora di partire per la prossima avventura slow.

Santa Teresa Gallura Tati loves pearls Santa Teresa Gallura spiaggia

Terzo giorno: da Porto Rotondo a Orosei, decisamente il giorno in cui abbiamo macinato più chilometri, soffermandoci per un pranzo sulla spiaggia a Budoni. E quando dico spiaggia, intendo spiaggia. Calessino parcheggiato sotto la pineta e tavolo per due vista mare, la sabbia che scricchiola sotto le scarpe e il rumore delle onde che sostituisce ogni conversazione possibile perchè non c’è parola più bella del rumore del mare.

Sardegna slow travelCosta Smeralda Tati loves pearls

Quarto giorno: da Orosei a San Teodoro.
Era il 2009 quando una giovanissima me animava le serate di San Teodoro: quanta energia si può avere a vent’anni? Sembra passata una vita e in effetti tanto è cambiato da quell’estate, a partire dal fatto che all’epoca ancora non conoscevo la persona che da anni mi è accanto nella vita, nel lavoro e in tutti i momenti in mezzo. Essere lì, essere con la persona giusta al momento giusto: poco importa se mi fa arrabbiare e se dimentica qualsiasi-cosa-in-qualsiasi-posto.

Cala Liberotto Orosei Sardegna Tati loves pearlsCala Liberotto

Quinto giorno: coming back home.
Un paio d’ore di mare tra la Cinta di San Teodoro, Capo Coda Cavallo e Capo Comino: che la Sardegna fosse famosa per le spiagge, questo si sapeva.
Pochissima gente, l’ho già detto lo so ma non si può capire quanto sia bello non preoccuparsi di gettare sabbia al vicino di asciugamano: chiudo gli occhi e mi sembra di essere sulla mia spiaggia personale e tutto intorno il mondo scompare.

Capo Coda Cavallo Tati loves pearlsMare Sardegna on the roadSardegna on the road Tati loves pearlsSpiagge della sardegna Capo Comino

Lo so, è stato un racconto poco dettagliato: avrei potuto dilungarmi in dettagli e aneddoti ma, a questo giro, la bellezza parla da sola.
La bellezza non deve essere sbandierata, solo osservata e ammirata: le parole a poco servono perchè rischiano solo di sminuire. Mi premeva condividere con voi un concetto tanto semplice quanto difficile da far proprio: prendiamoci il tempo per fermarci e meravigliarci. Chiudiamo gli occhi, respiriamo, apriamo gli occhi e stacchiamo i pensieri: corriamo tutti i giorni per lavoro o per abitudine, in viaggio abbiamo il dovere di mettere la prima e goderci lo spettacolo. Questo è ciò che è alla base dello slow travel.
Non avrei mai pensato che un semplice viaggio potesse insegnarmi il valore della lentezza, chè non significa rimanere indietro bensì stare tre passi avanti al mondo.
Come dico ogni volta, amo viaggiare proprio per questo: torno a casa e sono sempre diversa rispetto a quando sono partita.
Apro la valigia delle esperienze e ripongo con cura questi giorni in Sardegna all’insegna dello slow travel e guardo avanti, pronta per la prossima meta.

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Viaggiare con Moby, sardegna slow travel

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