L’altra faccia della fashion week

Tatiana Biggi - Tati loves pearls - fashion blogger Genova - la verità sulla fashion week - cosa fa una blogger alla fashion week - fashion week Milano

Stati Facebook traboccanti di “non ho sbatti di fare la valigia”, tweet per la maggior parte composti da #igotothemfw, immagini Instagram raffiguranti pile disordinate (ad hoc) di abiti e scarpe accompagnate da un “datemi la forza per scegliere gli abbinamenti”.
Non se la prendano a male le colleghe: non tutte sono così. Ma a chi si sta sentendo la coda di paglia voglio sottoporre questo elementare pensiero: ciò che facciamo nella vita è, per fortuna, una scelta e come tale dovrebbe essere un piacere fare ciò che facciamo. O quanto meno dovremmo essere preparati ad affrontare tutto quello che ne deriva con serenità. Voglio dire che nessuno vi obbliga ad andare alla settimana della moda e sempre quel nessuno vi obbliga con un forcone a portare circa 3 outfit per ogni giorno che manco Belen a Sanremo perciò diamoci un taglio: sorrisi, serenità e godetevi questa fashion week.

Veniamo al nocciolo del post: io quest’anno dico no alla fashion week. Dico no ai viaggi in treno Genova – Milano e ritorno in giornata, ogni giorno; dico no a lasciare in sospeso gli impegni quotidiani per poi ritrovarseli duplicati a fashion week finita; dico no a fare la trottola su e giù e ancora su tra una sfilata e una presentazione quando nessuno mi paga per farlo e nessuno mi ridà dei piedi nuovi a giornata conclusa; dico no agli incontri con pr antipatici e scontrosi che nonostante tu ti sbatta per arrivare puntuale e nonostante tu abbia l’invito non ti fanno entrare alla sfilata “perchè la sala è piena” (e che cavolo mi inviti a fare?? Ma sopratutto: chi è che fa la conta di quanti posti ci sono e sbaglia palesemente numero? Voglio parlarci!); dico no alle settordici mila foto da editare e dico no all’intasamento del blog per circa un mese e mezzo con post tutti più o meno uguali a quelli delle altre colleghe. Potrei andare avanti ma mi fermo. Quest’anno non ho richiesto accrediti e ho rifiutato gli inviti arrivati lo stesso: potreste pensare che io sia snob, la verità è che ho deciso di essere coerente con me stessa e mettere da parte il “tutte le blogger vanno alla fashion week e io mica sono da meno!”.

La verità è che la fashion week che vorrei sarebbe quella dove poter vedere una sfilata senza fare movimenti da tacchino con il collo al fine di trovare una mezza visuale decente in mezzo alle teste della folla; nella fashion week che vorrei le foto e i video ti vengono bene perchè non sei in equilibrio sulle punte ma seduta in santa pace, magari in front row (sogna Tati, sogna); e ancora, nella fashion week che vorrei quando i fotografi ti chiedono una foto tu dovresti essere libera di sorridere e non atteggiarti a mezza figa di legno.
Insomma, io quest’anno diserto la fashion week, se non si fosse capito.

Detto questo, in questo momento mi sto recando a Milano: no, non mi sono dimenticata quanto appena scritto. La mia giornata sarà composta da un appuntamento in uno showroom che già ben conoscete perchè non è la prima volta che mi ci reco, un’esperienza beauty e un cocktail party per un evento maschile oltre al fatto che assisterò Simo nello scattare foto di streetstyle. Fashion week alternativa tra 3,2,1, ora.

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