MIAMI BEACH day one

A quasi un mese dal mio ritorno in Italia, ecco che prende forma il racconto dei dieci giorni passati tra Miami e le Isole Keys. La verità è sempre la stessa: tutto va elaborato, tutto richiede tempo, i ricordi anche di più.

Raccontare vuol dire condividere: pensieri e immagini, stralci di vita e esperienze, disavventure e consigli.
Raccontare come si farebbe a un caro amico, occhi negli occhi e zero pregiudizi, la sincerità la fa da padrona.

Raccontare un ricordo non è solo descrizione fedele ai fatti, è colore e odori e sensazioni e risate e delusioni; raccontare un viaggio vuol dire prendere tutto quel che è stato ma anche quello che poteva essere, le occasioni sfumate, i progetti non realizzati, le aspettative deluse perchè non è sempre tutto amazing e va bene così.

Il mio racconto di Miami inizia dal primo luogo nel quale io abbia messo piede: fuori dall’aeroporto, saliti in macchina, direzione casa, quella casa che mi ha fatto dimenticare da dove venissi complice il vortice di suoni e vita che è Ocean Drive. Il primo impatto con la città dei controsensi, con la città che non dorme mai è stato con la parte cool, quella dei telefilm e dei clichè made in Usa: Miami Beach, il salotto vip di tutta Miami. Immaginate una passeggiata percorsa da biciclette, una bassa muraglia di vegetazione e la spiaggia bianchissima e chilometrica da un lato; palazzoni moderni che si stagliano contro il cielo carta zucchero, locali aperti a ogni ora, musica latina sputata fuori dagli altoparlanti situati ogni due metri, dall’altro lato.
Miami Beach non può non piacere: paese dei balocchi moderno, luogo di divertimento per eccellenza.
I locali sono tanti e invitanti, sedersi e far parte della movida quasi un must.
Piccolo avvertimento: non ordinate nulla che sia fuori menù. Sono dei maestri nel pilotare le scelte del cliente che, fidandosi, può incorrere in un conto piuttosto salato.
Scegliendo dal menu, i prezzi sono in linea con quelli italiani: concedersi una serata nel cuore pulsante della city non è mai stato così facile!

Miami Beach, dove dormire.
Ho passato le prime due notti del mio soggiorno al Leslie Hotel: situato al 1244 di Ocean Drive, nel bel mezzo della frenesia di cui sopra.
La camera era molto elegante e spaziosa, decisamente all’altezza della location d’eccezione: qui al Leslie anche una normale matrimoniale dona l’impressione di essere in una suite e in un attimo il sogno americano made in Miami prende il sopravvento. Dov’è la mia decappottabile, dov’è il chihuahua con il collare di Svarowski? 😀
Compresa nel prezzo la ricca colazione a buffet da gustare seduti all’aperto, i tavoli che si affacciano su Ocean Drive: decisamente il miglior modo per sentirsi parte integrante di Miami Beach, l’energia che emana questo affollato pezzo di Florida sveglia più di un caffè doppio.
Se siete dell’idea di lavorare sulla tintarella il Leslie Hotel vi viene in soccorso: teli da mare e sdraio sono inclusi nella tariffa della stanza e sono a disposizione dei clienti in qualsiasi momento, un bellissimo servizio che fa sentire ancora una volta coccolati. Rimanendo in tema coccole, il Leslie dispone anche di una piscina e della palestra: non si potrebbe chiedere di più!

Piccolo vademecum per soggiorni in hotel a Miami (e negli USA): ricordate di portare sempre con voi la carta di credito! Questa viene usata come garanzia dai gestori degli alberghi e spesso viene addebitata una caparra che verrà restituita a soggiorno concluso. Se non l’avete, o se per qualche motivo non funzionasse (come nel mio caso! 🙁 ) la caparra andrà lasciata in contanti. In ogni caso, la carta di credito è più veloce e sicura quindi assicuratevi di averla con voi e accertate la sua funzionalità prima della partenza.

Cosa fare a Miami Beach? Sicuramente andare in spiaggia: una distesa quasi bianca disseminata di conchigliette, l’occhio che si perde all’orizzonte, il cielo color carta zucchero.
A Novembre il bagno resta una prerogativa per i coraggiosi: l’acqua è fredda e il vento impetuoso, ideale per gli amanti del surf.
Lavorare sulla tintarella non è mai stato così facile: complice il vento, le ore passano veloci e resistere ai caldi raggi è un gioco da ragazzi. Raccomandata una protezione solare!

Vi lascio a qualche foto: non molte, lo ammetto. Ma come dicevo all’inizio, certe cose necessitano tempo.
E Miami per me è così, nonostante sia passato un mese: c’è bisogno di un po’ di tempo ancora per realizzare che quest’esperienza è finita, ci vuole tempo per ammettere che il tempo sta passando ma la mente è ancora là, gli occhi persi nell’Oceano e la mano della persona amata stretta nella mia.